Pubblicato su Topolino No. 1074, 27 Giugno 1976
La Crociera verde
Fotoservizio AREPI
Chi baratterebbe la terraferma con la meno ferma tolda d'una nave? Chi? Molti, moltissimi... Li trattiene la scuola, li trattiene il lavoro, li trattiene la mancanza d'un'imbarcazione, la mancanza di soldi, la mancanza di tempo... Per uno che parte, un esercito resta a casa a consolarsi (chi s'accontenta gode) con canotto e fantasia, remigando acque domestiche. Per sei che partono, ci sono... le fotografie e un po' d'invidia. Ma, via, non immeschiniamo la speranza: domani forse toccherà anche a noi! Toccherà a noi una crociera di tredici mesi, lunga 25 mila chilometri d'oceano Atlantico, a bordo d'un fantastico trimarano, toccando posti da favola, lontani dalla scuola, dallo smog, dal miniappartamento, dalla gita di fine settimana, dal cinema pieni di . fumo, lontani da... Lontani!
L'Architeuthis, l'imbarcazione sulla quale è stata compiuta la crociera di
cui si parla nel servizio, è uno scafo piuttosto singolare: un trimarano.
E stato per tredici mesi l'abitazione di Gérard, Annette, Pierre, Monique,
Yves e Brigitte.
cui si parla nel servizio, è uno scafo piuttosto singolare: un trimarano.
E stato per tredici mesi l'abitazione di Gérard, Annette, Pierre, Monique,
Yves e Brigitte.
Già, forse domani toccherà a noi a voi. Ieri, intanto, è toccata a sei giovani francesi, tre coppie: Gérard e Annette Pesty, Pierre e Monique Raison, Yves e Brigitte Gladu.
Tutti sotto i trent'anni, tutti uniti dal comune amore per il mare e da vincoli di parentela (Gérard è fratello di Monique e di Brigitte), i componenti deli'equipaggio dell'Architeuthis hanno vissuto piu di un anno una realtà che per molti è un sogno.
Anche se non sono mancati i momenti difficili, la vita a bordo dell'Architeuthis
si è sempre svolta senza incidenti; un po' per l'affiatamento delle tre coppie
che costituivano l'equipaggio e un po' perchè lo spazio disponibile era
ampiamente sufficiente per non far sentire i disagi di una lunga convivenza.
In alto, Gérard Pesty, capo della spedizione. Sotto, impegnate in rammendi,
le tre donne di bordo, Annette, Monique e Brigitte, rispettivamente moglie e
sorelle di Gérard.
si è sempre svolta senza incidenti; un po' per l'affiatamento delle tre coppie
che costituivano l'equipaggio e un po' perchè lo spazio disponibile era
ampiamente sufficiente per non far sentire i disagi di una lunga convivenza.
In alto, Gérard Pesty, capo della spedizione. Sotto, impegnate in rammendi,
le tre donne di bordo, Annette, Monique e Brigitte, rispettivamente moglie e
sorelle di Gérard.
Lungo diciassette metri e largo otto, con una superficie velica di circa centoventi metri quadrati e dotato d'un motore ausiliario da quarantacinque cavalli, il trimarano Architeuthis ha fatto in piano il suo dovere, resistendo bellamente. anche ad alcuni violenti fortunali. La rotta, studiata con molta attenzione anche dal punto di vista economico (nessuno dei sei vive di rendita;il viaggio è stato finanziato dai risparmi personali), ha portato gli avventurosi dalle coste bretoni a Madeira, alle Canarie, alle isole del Capo Verde, alle coste del Venezuela (dove è stato risalito per lungo tratto il fiume Orinoco), alle Antille, alle Bahamas, alle Bermude e, infine, dopo aver nuovamente solcato l'Atlantico, alle Azzorre. Qui, una sosta di tre mesi ha reso meno amaro l'inevitabile ritorno alla Francia, al continente, alla vita di tutti i giorni.
Brigitte durante il suo turno al timone, mentre controlla la rotta.
Per raccontare tredici mesi come quelli dei nostri amici, ci vorrebbe un libro. E, infatti, un libro è stato scritto. Autobiografico, naturalmente e, altrettanto naturalmente, marinaro.
E pubblicato in Francia e si intitola La croisière verte (Una crociera verde). Verde. Verde delle onde del mare, verde d'incantevoli istanti di vegetazione, verde, infine, delle... tasche degli avventurosi al loro ritorno ai patri lidi.
Alle Azzorre, un arcipelago portoghese situato tra l'America del Nord e
l'Europa, Gérard e compagni si sono fermati circa tre mesi.
l'Europa, Gérard e compagni si sono fermati circa tre mesi.
Qui il tempo può essere assai mutevole: in un sol giorno si possono.., assaporare tutte e quattro le stagioni.
Ma se il verde è stato il colore dominante dell'indimenticabile viaggio, bisogna dire che i suoi protagonisti ne hanno viste di tutti i colori. I migliori? Quelli di certi angoli incontaminati di splendido mondo. I peggiori? Quelli dei rifiuti prodotti dall'uomo e dall'uomo scaricati delittuosamente in mare. «Ci è capitato spesso», racconta Gérard, «quando eravamo nel mezzo dell'oceano, di sentirci quasi in un altro mondo. Purtroppo bastava poco a riportarci alla realtà della vita che avevamo lasciata. Bastava poco... contenitori di plastica, scatole di latta, imballaggi vari, lampadine fulminate.,. L'oceano, anche quando la terra più vicina è cosi lontana che quasi se ne smarrisce il ricordo, è sconsolatamente un immenso deposito di rifiuti!» Chissà se dovremo tutti fare tredici mesi di crociera atlantica per renderci conto che stiamo davvero esagerando, che il mare, l'oceano, non può e non deve essere una pattumiera. E questione di vita.
Alcuni momenti della lunga crociera (25 mila chilometri) attraverso l'Atlantico.
In alto., un tucano, mascotte di bordo. Sopra: l'offerta gastronomica di un giovane
abitante delle isole del Capo Verde. A sinistra: uno dei tanti pesci volanti atterratl
sull'Architeuthis e... passati in padella. Sotto: un indigeno al lavoro lungo le sponde
del fiume Orinoco.
In alto., un tucano, mascotte di bordo. Sopra: l'offerta gastronomica di un giovane
abitante delle isole del Capo Verde. A sinistra: uno dei tanti pesci volanti atterratl
sull'Architeuthis e... passati in padella. Sotto: un indigeno al lavoro lungo le sponde
del fiume Orinoco.
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