Pubblicato su Topolino No. 1103, 16 Gennaio 1977
I grandi amici di Topolino
Salvatore Accardo
Nella Vita di Paganini, che poco tempo fa abbiamo visto in televisione, vi erano due protagonisti. Uno, l'attore Tino Schirinzi, prestava al grande musicista genovese volto e voce; I'altro, il violinista Salvatore Accardo, il suo strumento e le sue prodigiose esecuzioni.
La scelta di Accardo come protagonista... invisibile dello sceneggiato è stata una scelta obbligata. Il nostro grande amico l'ha imposta, non certo con la forza della sua prestanza fisica, per altro notevole, quanto con quella della sua statura artistica, che lo colloca fra i più grandi interpreti mondiali della musica paganiniana.
Alto, massiccio, gioviale, Salvatore Accardo è, nel temperamento e nel fisico, esattamente l'opposto di quella immagine stereotipa secondo la quale i violinisti dovrebbero essere tutti magri, taciturni, consumati, nella carne e nell'anima, dal sacro fuoco dell'arte.
La scelta di Accardo come protagonista... invisibile dello sceneggiato è stata una scelta obbligata. Il nostro grande amico l'ha imposta, non certo con la forza della sua prestanza fisica, per altro notevole, quanto con quella della sua statura artistica, che lo colloca fra i più grandi interpreti mondiali della musica paganiniana.
Alto, massiccio, gioviale, Salvatore Accardo è, nel temperamento e nel fisico, esattamente l'opposto di quella immagine stereotipa secondo la quale i violinisti dovrebbero essere tutti magri, taciturni, consumati, nella carne e nell'anima, dal sacro fuoco dell'arte.
Nato musicista, come altri nascono avvocati o bottegai, Accardo è figlio di un incisore di corallo di Torre del Greco che, però, aveva la passione del violino. Alla sua attività di incisore alternava, infatti, quella di violinista dilettante.
Il nostro Salvatore respirò quindi, fin dai suoi primissimi anni, aria e violino, mangiò pane e violino, andò a dormire con le coltri addosso e i trilli del violino nelle orecchie. Ma non si contentò della parte di semplice ascoltatore di quelle suonate che costringevano la madre a tapparsi le orecchie per lo strazio (o per l'incompetenza); volle subito essere un protagonista, un esecutore; e appena fu in grado di parlare chiese di poter avere un violino tutto suo. E lo ebbe.
Oggi quel violino, un «sette ottavi», riposa tra i ricordi piu cari di casa Accardo a Torre del Greco, vicino a Napoli. Al suo posto, tra la spalla e la mano sinistra dell'ormai trentacinquenne Salvatore, si alternano oggi due preziosissimi strumenti del '700: uno Stradivari e un Guarnieri del Gesù. Come dire, saltando'alla pittura, un Leonardo e un Mantegna. Tanto preziosi, da non avere neppure prezzo.
Il nostro Salvatore respirò quindi, fin dai suoi primissimi anni, aria e violino, mangiò pane e violino, andò a dormire con le coltri addosso e i trilli del violino nelle orecchie. Ma non si contentò della parte di semplice ascoltatore di quelle suonate che costringevano la madre a tapparsi le orecchie per lo strazio (o per l'incompetenza); volle subito essere un protagonista, un esecutore; e appena fu in grado di parlare chiese di poter avere un violino tutto suo. E lo ebbe.
Oggi quel violino, un «sette ottavi», riposa tra i ricordi piu cari di casa Accardo a Torre del Greco, vicino a Napoli. Al suo posto, tra la spalla e la mano sinistra dell'ormai trentacinquenne Salvatore, si alternano oggi due preziosissimi strumenti del '700: uno Stradivari e un Guarnieri del Gesù. Come dire, saltando'alla pittura, un Leonardo e un Mantegna. Tanto preziosi, da non avere neppure prezzo.
Nato a Torre del Greco 35 anni fa, Salvatore Accardo s'è diplomato in violino al
Conservatorio di San Pietro a Maiella a 15 anni. Appassionato sportivo, appena
gli impegni glielo permettono, passa dal palcoscenico al campo di calcio. Ha
fondato una squadra calcistica: «Amici della Musica».
Conservatorio di San Pietro a Maiella a 15 anni. Appassionato sportivo, appena
gli impegni glielo permettono, passa dal palcoscenico al campo di calcio. Ha
fondato una squadra calcistica: «Amici della Musica».
Ma, ritornando al passato, Salvatore Accardo è stato quello che si chiama un fanciullo prodigio. La carriera dei fanciulli prodigio, di solito, non si spinge oltre la soglia dell'adolescenza (con qualche gloriosa eccezione: Mozart, per esempio). La carriera di Accardo ha superato di slancio il limite tradizionale: Salvatore è diventato quindi un ragazzo prodigio ed è, oggi, un uomo prodigio. Se la scala presentasse altri gradini, state pur certi che lui salirebbe anche quelli.
Diplomatosi violinista a soli quindici anni (con almeno un triennio di anticipo sul termine regolare degli studi), al Conservatorio di San Pietro a Maiella a Napoli, Salvatore Accardo strabilia «ufficialmente» da venti anni il mondo della musica, acclamato sia dal pubblico, sia dagli stessi suoi «colleghi». Di uno di questi, il celeberrimo Yehudi Menuhin, si racconta che, dopo averlo ascoltato suonare un Capriccio di Paganini, gli abbia buttato le braccia al collo, come avrebbe fatto con un... Niccolò redivivo.
Diplomatosi violinista a soli quindici anni (con almeno un triennio di anticipo sul termine regolare degli studi), al Conservatorio di San Pietro a Maiella a Napoli, Salvatore Accardo strabilia «ufficialmente» da venti anni il mondo della musica, acclamato sia dal pubblico, sia dagli stessi suoi «colleghi». Di uno di questi, il celeberrimo Yehudi Menuhin, si racconta che, dopo averlo ascoltato suonare un Capriccio di Paganini, gli abbia buttato le braccia al collo, come avrebbe fatto con un... Niccolò redivivo.
Amante dello sport oltre che della musica, Accardo è sempre stato un ottimo nuotatore e, fino a qualche tempo fa, anche un ottimo tennista. Ha detto addio alla racchetta, sia pure a malincuore, per non togliere scioltezza al braccio destro, «riservato» principalmente al suo archetto di violinista.
Ma la sua grande passione (e la.., disperazione di sua madre, preoccupata dell'incolumità delle mani del figlio) è sempre stata il calcio. In tutti i suoi spostamenti, non dimentica mai di portarsi dietro, nella custodia del violino, oltre allo strumento, anche una foto della Juve, di cui è sfegatato tifoso, con le firme dei calciatori dedicate personalmente a lui.
Da ragazzo, Accardo giocava nella Turris, la squadra della sua citta natale. Oggi ha fondato invece una squadra tutta «sua», che si chiama Amici della musica, e che in una delle ultime partite ha segnato otto goal. La soddisfazione di Salvatore è stata grande: per lui, ogni rete segnata equivale a un concerto di Paganini eseguito alla perfezione davanti a un pubblico impazzito d'entusiasmo.
Da ragazzo, Accardo giocava nella Turris, la squadra della sua citta natale. Oggi ha fondato invece una squadra tutta «sua», che si chiama Amici della musica, e che in una delle ultime partite ha segnato otto goal. La soddisfazione di Salvatore è stata grande: per lui, ogni rete segnata equivale a un concerto di Paganini eseguito alla perfezione davanti a un pubblico impazzito d'entusiasmo.
Walter Ricci