12 July 2013

I grandi amici di Topolino: Michele Placido

Published on Topolino No. 1114, 3 April 1977
Pubblicato su Topolino No. 1114, 3 Aprile 1977

I grandi amici di Topolino
Michele Placido


Capita, a volte, che un attore dimentichi di farsi vedere nell'ora e nel luogo fissati per un'intervista. Ma non e mai capitato che un attore dimenticasse l'intervista... perche si e recato a spasso con Lola. Siamo riusciti ad « acciuffare » Michele Placido al suo rientro, quando ormai avevamo perso tutte le speranze. Lola, accanto a lui, si dimenava beatamente, come se non c'entrasse nulla col ritardo. « Aveva voglia di fare quattro passi, cosi l'ho portata fuori. Purtroppo, i quattro passi sono diventati... otto. Ma i desideri di Lola sono ordini per me. Di tipi come lei non se ne incontrano facilmente. Era la mascotte del musicista di una troupe. Poi si accorse che l'amore di lui non era piu vero amore, e passò con il regista. Quando arrivai io, Lola, bastarda di rango, optò definitivamente per me. »

Lola e dunque... una cagnetta? Si, ma una cagnetta cosi orgogliosa, cosi educata, che tutti vorrebbero tenerla. A tutto può rinunciare Lola, ma non alla sua libertà. Nata nei bassi di Napoli, abituata ai maltrattamenti, ai canili, ai secchi d'acqua gelata, e sopravvissuta a tutto. E ha imparato a non disturbare nessuno... »


E, una volta conosciuta Lola (visto che Michele ci teneva), parliamo di lui. Ragazzo straordinario, intelligente, sportivo, pieno di vita, Michele Placido, spavaldo in apparenza, e in realtà, come tutti gli spavaldi, un tantino timido. « Di solito vado matto per le interviste: perche ci si occupa di me, mi sembra di essere dallo psicanalista, mi rilassano. Ma l'idea di un'intervista con... Topolino mi spaventa. Ho paura che i ragazzi non mi prendano sul serio. » E allora, comportati da ragazzo. I ragazzi si prendono sempre sul serio tra di loro. » « Va bene, allora. Ti parlerò delle mie figurine. Da piccolo, quando vivevo ancora ad Ascoli Satriano, il paese dove sono nato, passavo le giornate a giocare con le figurine dei calciatori. Ne avevo tante da mettere insieme un intero campionato. Ed era appunto quello che facevo. Compilavo un calendario annuale degli incontri, poi chiamavo i miei fratelli (ne ho sei) e facevamo le partite. Alla sera, accoccolato dietro una seggiola, con il muso tra lo schienale, imitavo il... televisore. Ero, insomma, un po' Bernardini e un po' Carosio. »

Cosi ti si e sciolto lo scilinguagnolo, e sei passato al palcoscenico... « Si, ma prima salutai la famiglia e andai a Roma. Avevo diciotto anni. A Roma entrai tra i vigili del fuoco e imparai a saltare, a scavalcare ostacoli, a far capriole. Mi mancava solo il salto mortale. A questo punto, diventai poliziotto. Ma non mi bastava. E nello stesso tempo non mi piaceva. Quasi quasi, tra un ladro e un poliziotto che lo insegue, io faccio il tifo... per il ladro. Cosi, nel frattempo m'iscrissi all'Accademia d'Arte Drammatica... »

« E arrivò il teatro? » « Arrivò Luca Rancani con il suo Orlando Furioso. Al seguito di Ronconi e della sua troupe girai mezzo mondo. Poi venne la televisione, e diventai... Il picciotto. Naturalmente, prima mi toccò prendere lezioni di lingua sicula... Altrimenti, che picciotto sarei mai stato? »


« E il cinema? » « II cinema venne dopo. Ho girato diversi film: una mezza dozzina hanno avuto un enorme successo. Il più importante e stato però Romanzo popolare, di Monicelli. Ci ho lavorato accanto a Tognazzi e Ornella Muti. Ma, del resto; ho lavorato un po' con tutti. Per esempio, con Monica Vitti in Teresa la ladra, e con Franco Nero in Marcia trioniale. »

Tutto qui? Tutto qui, sì. Ma Michele e ormai diventato un personaggio popolare (« Mi piace essere riconosciuto per la strada, se non mi notano mi dà persino un po' fastidio »), uno dei giovani attori coi quali il produttore va a colpo sicuro. Ragazzo impegnato, ama motto la musica, la voce di Sara Vaughn, di Renata Tebaldi, di Franco Corelli. Ha una ricca collezione di dischi degli anni trenta e tutte le incisioni di Glenn Miller. Fra i classici, predilige la Lucia di Donizetti e le sinfonie di Bruckner. È amicissimo di Riccardo Muti, il grande direttore d'orchestra. E di Topolino. Ma questo lo sapevamo.
 Walter Ricci

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